Nessun rimpasto nel governo Meloni. Il processo di Santanché si sposta a Roma, allungando i tempi e mantenendo stabile la squadra.
Il governo guidato da Giorgia Meloni sembra destinato a rimanere invariato, almeno per il momento. Nonostante le voci che circolavano su un possibile rimpasto di governo, l’evolversi della situazione intorno alla ministra del Turismo, Daniela Santanché, ha allontanato tale ipotesi. In particolare, la recente richiesta di trasferire il processo a carico della ministra da Milano a Roma potrebbe allungare notevolmente i tempi giudiziari, prolungando la sua permanenza nell’esecutivo. Come riportato da adnkronos.com
Mentre il futuro di altri ministri, come quello di Raffaele Fitto, appare più chiaro con il suo imminente trasferimento a Bruxelles entro la fine di novembre, la posizione di Santanché resta cruciale per gli equilibri della squadra di governo. Se la richiesta di trasferimento del processo dovesse essere accettata, le implicazioni a livello politico e giudiziario potrebbero diluire ulteriormente la pressione sul governo Meloni, con una fase di stabilità che potrebbe durare fino alla fine della legislatura.
La difesa di Santanché e le tempistiche del processo
Uno degli elementi chiave in questo scenario è proprio la strategia difensiva di Daniela Santanché. Accusata di truffa ai danni dell’INPS, la ministra ha chiesto il trasferimento del procedimento da Milano a Roma, città dove il suo caso potrebbe procedere con maggiore lentezza. Se il giudice accetterà la richiesta, la prossima udienza fissata per il 23 ottobre potrebbe allungare i tempi processuali di mesi, se non di anni. Come riportato da adnkronos.com
Questa dilatazione delle tempistiche potrebbe risultare determinante per il suo futuro nel governo, permettendole di rimanere al suo posto senza troppi scossoni fino alla conclusione della legislatura.
Fonti vicine all’esecutivo si dichiarano ottimiste sulla possibilità che la ministra del Turismo riesca a evitare un’uscita anticipata dal governo. Non tanto per la tutela garantita dall’articolo 27 della Costituzione, che sancisce la presunzione di innocenza, ma proprio per i tempi prolungati della vicenda giudiziaria. Come riportato da adnkronos.com
Fitto verso Bruxelles e deleghe ridistribuite
Nel frattempo, anche l’eventuale vuoto lasciato da Raffaele Fitto non sembra rappresentare un problema imminente per il governo Meloni. Il ministro per gli Affari europei dovrebbe infatti lasciare il suo incarico a novembre per trasferirsi a Bruxelles, ma la premier ha già elaborato una soluzione. Invece di nominare un nuovo ministro, l’idea è di ridistribuire le deleghe tra i suoi stretti collaboratori, in particolare tra i due sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Come riportato da adnkronos.com
Questa strategia permette di evitare scossoni e garantisce una continuità operativa, senza ricorrere a un rimpasto di governo che potrebbe destabilizzare l’equilibrio politico raggiunto finora.